Tattiche e Trucchi per il Nuoto in Acque Libere. Un Rapido Schema
Tattiche e Trucchi per il Nuoto in Acque Libere. Un Rapido Schema
Ci sono Tattiche e Trucchi per il Nuoto in Acque Libere. È bene padroneggiarle per ottenere risultati interessanti ma sopratutto per non rimanere fregati da chi questi trucchetti li conosce già. Cerchiamo di fornire rapidamente un riassunto dei principali così che tu possa avere uno sguardo completo su insidie e tattiche da adottare.
Nuotare è nuotare.
È vero, ma la differenza tra nuotare in piscina (corsia individuale, lina sul fondo vasca e la protezione delle corsie) e nuotare in acque libere (mare o lago che sia) è davvero molta. La parola più usata in questo caso è "FISICITÀ".
Ogni nuotatore di acque libere sperimenterà un alta percentuale di contatto fisico con gli altri nuotatori. Il 95% non sarà intenzionale e non influirà sulla tua nuotata. Ma una 10 Km in acque libere durerà circa 2 ore e la differenza tra un primo e un quinto posto è spesso questione di secondi. Anche un piccolo rallentamento dovuto a un contrasto fisico può fare la differenza.
I nuotatori di acque libere di successo hanno bisogno di un'impostazione mentale diversa. I nuotatori affrontano una lotta a stretto contatto. Non è una gara in piscina.
Con questo breve articolo vorremmo offrire gli strumenti per una comprensione di base delle differenze tattiche nelle gare in mare. Giusto uno spunto che possa farti intuire che è possibile (e necessario) allenare abilità specifiche per le gare in mare.
Non dimenticare che ogni nuotatore che partecipa ad una gara di acque libere scende in acqua preparato al contatto, e lo fa con una serie di tattiche, intermedie, avanzate e personali che ha allenato e pianificato in anni di gare.
Questo articolo scalza solo la superficie dell'argomento. Ricordo anche che gli arbitri riescono in media a vedere l'1% dei contrasti fisici tra nuotatori e di conseguenza a sanzionarli con squalifiche. Purtroppo il restante 99% dei contrasti passa inosservato. Ma molto spesso il contrasto non è neanche voluto. Semplicemente un nuotatore a volte è nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Partenze:
Il contatto può concretizzarsi già prima della fine del tuffo di partenza. Se hai mai partecipato anche a una sola gara in mare sai che la partenza, sopratutto per chi vuole stare in testa al gruppo, è un momento piuttosto rischioso. Parte da proteggere assolutamente: gli occhi. Un colpo sugli occhialini può avere conseguenze sgradevoli. Sopratutto se usi un modello tipo svedesi che poggia sulla parte morbida dell'occhio.
Il mio consiglio è di utilizzare occhialini che abbiano un appoggio più ampio come i Jeko o meglio ancora la mascherina Target.
Visuale:
Ogni nuotatore deve decidere la propria traiettoria di gara basandosi anche sulla posizione degli altri nuotatori. Se dai un'occhiata alla finale olimpica del 2008 (video qui sotto) vedrai come i primi due nuotatori (aventi migliore velocità di scatto) abbiano nuotato una linea troppo diritta.
Così hanno dato modo a Maarten van der Weijden (il nuotatore con la testa rasata) di andarsi a prendere l'oro. Di come fare a decidere la linea ne parleremo probabilmente in un prossimo articolo di approfondimento.
Giri di boa:
Immagina dai 25 ai 75 nuotatori, tutti che cercano di fare una curva a 90 gradi (a 0:45 nel video qui sotto) tutti intorno alla stessa boa. Bisognerebbe prenderla stretta? Larga? Di certo è da evitare la posizione verticale che ti bloccherebbe per 5 o 10 secondi.
Nota il contrasto fisico del nuotatore che entra troppo tardi in curva/virata. Questi nuotatori sono nel posto sbagliato al momento sbagliato. Se un arbitro osservasse una bracciata sopra la spalla di un altro nuotatore sarebbe possibile la squalifica.
Il gruppo e il traino:
La strategia di una 10 km ricorda davvero quella dei ciclisti al Tour de France. Nuotatori in fila che tengono la stessa velocità per risparmiare energia da dedicare ai momenti decisivi.
Nonostante questo molti nuotatori hanno lo stesso piano tattico. Alcuni rimarranno bloccati in fondo alla fila, incapaci di uscirne al momento giusto con uno sprint. Una cosa che devi prevedere: come posizionarti e quando scattare.
Integrazione:
Alcun sorsi d'acqua, o meglio di un integratore appositamente studiato per chi nuota, può fare la differenza nel mantenere un certo ritmo di gara fino alla fine.
Un'integrazione scarsa può davvero cambiare il tuo risultato di gara. Tieni sempre con te l'integratore da assumenre al momento giusto.
Andatura e tattica:
Cos'è meglio? Imporre il proprio ritmo agli altri, tenere l'andatura del gruppo di testa o seguirlo fiduciosi di scattare in avanti più tardi nella gara?Guidare tenendo la testa ha i suoi rischi. Nelle Olimpiadi di Rio 2016 l'australiano Jarrod Poort aveva condotto la gara solo per cedere e finire poi 21esimo con 40 secondi di distacco dal primo. Scegli con cautela la tattica che adotterai e allenala per non "passare a fagiano".
Fare la mossa di passare in testa:
Non è semplice come dire “Adesso mi sposto in testa al gruppo”. Se sei in mezzo al gruppo uscire ti sarà quasi impossibile senza perdere un sacco di tempo. È qui che entrano in gioco le tattiche avanzate.
Lo scatto finale:
Da dove iniziare a scattare per il finale? A 1500 metri dalla fine? A 1000, a 500 o a 100? Devi considerare il contesto e i tuoi avversari, non basta fare affidamento solo sulla tua velocità e resistenza. Torniamo all'esempio precedente. Olimpiadi di Pechino 2008. Il nuotatore in testa era David Davies che si piazzò sesto nella gara dei 1500m in vasca avrebbe dovuto essere il più veloce. Proprio per questo la tattica del vincitore, Maarten van der Weijden, non fu di battere David negli ultimi 1500 metri.
Fonte: Swimmingworldmagazine