Migliorare la partenza dal blocco parte III

Migliorare la partenza dal blocco parte III: il recupero delle braccia

Il ruolo delle braccia

Nel tuffo il movimento di "accoppiamento delle forze" più potente, al fine di migliorare la partenza dal blocco, è quello delle braccia. L'energia sviluppata dalle braccia non è solo proporzionale al quadrato della velocità di movimento delle braccia stesse, ma anche al quadrato della loro lunghezza.

Un nuotatore ha la possibilità di cambiare la velocità e la lunghezza delle braccia alla partenza e, a causa della relazione esponenziale di entrambi i fattori con l'energia cinetica, tutte e due queste caratteristiche possono modificare in maniera significativa il risultato del tuffo. Ecco un elenco dei movimenti delle braccia che si possono osservare più comunemente durante i tuffi in gara.

migliorare partenza bloccoOscillazione in avanti delle braccia.

Questo movimento è quello che possiamo vedere più spesso durante la partenza a peso avanti. Con questa tecnica le braccia oscillano in avanti dalla parte frontale del blocco, distese o leggermente piegate. La testa viene sollevata per raggiungere la posizione di streamline. Questa tecnica fornisce lo slancio minore rispetto alle altre.

Sollevamento di mani/braccia.

Questa tecnica può essere utilizzata sia nella partenza con peso indietro che in quella con peso avanti. Invece che muoversi soltanto in avanti, le braccia e le mani si muovono verso l'alto con un maggior piegamento del gomito. Siccome il percorso che fanno mani e braccia in questo modo è maggiore si accumulerà più velocità, quindi più slancio grazie all'energia di accoppiamento.

Braccia lungo i fianchi.

Questa tattica non si vede spesso nelle gare di alto livello ma più spesso tra i giovani nuotatori. Funziona bene solo con il peso all'indietro. Il nuotatore si aggrappa e tira dalla parte frontale del blocco muovendo velocemente le braccia, completamente estese, lungo i fianchi mentre la testa è sollevata. Una volta arrivate sui fianchi le braccia oscillano con maggiore lentezza in avanti per finire in posizione streamline.

Benché questa tecnica crei un sacco di energia cinetica all'inizio, il fatto che il movimento si debba fermare lungo i fianchi riduce l'energia a zero.

Recupero a Farfalla.

La più potente di tutte le tecniche è questa, per qualunque tipo di partenza. Il motivo risiede nel fatto che c'è un movimento veloce e CONTINUO delle braccia dal segnale di start all'entrata in acqua del nuotatore. Il modo in cui sfruttarla al meglio è con la partenza a peso indietro.

Il nuotatore tira dalla parte frontale del blocco e, con la schiena arcuata, alza le mani e le braccia sopra la testa procedendo verso la posizione di scivolamento, in modo molto simile al movimento di recupero delle braccia a Farfalla. Questo movimento circolare può essere effettuato sia a braccia distese che leggermente piegate, tenendo conto che le braccia distese forniscono maggiore slancio da accoppiare a quello degli altri movimenti.

Il rischio di questa partenza è che le mani vengono slanciate in avanti a tale velocità che si rischia di esagerare e slanciarle troppo finendo per entrre in acqua con le braccia leggermente incrociate (una complicazione DISASTROSA!). Questa tecnica richiede anche un'ottima flessibilità dell'articolazione della spalla (estensione all'indietro).

Brad Tandy in corsia 8, nelle finali del 50 Stile alle Olimpiadi di Rio, utilizzò un recupero esteso a Farfalla delle braccia in partenza. Accoppiando così quello slancio con quello dovuto al sollevamento della testa e della gamba posteriore

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